RESILIENZA E FRAGILITA': UN EQUILIBRIO POSSIBILE


Nell’articolo precedente (leggi qui) ho anticipato questo tema che mi viene suggerito dalle richieste dei pazienti; spesso, infatti, chiedono di poter essere e sentirsi più forti. Per accogliere questa domanda è necessaria una riflessione su cosa significhi essere forti. Capita che le risposte riguardino il fatto di sapersi far scivolare addosso ciò che accede loro o i giudizi degli altri, insomma le persone forti sarebbero quelle che sanno fregarsene di tutto e coloro che non ci riescono sono persone fragili. E’ davvero così? E’ possibile ed auspicabile un equilibrio tra resilienza e fragilità?

COS’E’ LA RESILIENZA?

La resilienza è la capacità di affrontare e superare le avversità. È la forza interiore che ci permette di resistere alle difficoltà, adattarci ai cambiamenti e riprenderci rapidamente da eventi traumatici. Una persona resiliente non è immune allo stress o alla sofferenza, ma possiede strumenti psicologici che le consentono di gestire efficacemente le sfide della vita.
La resilienza è il risultato di una complessa interazione di fattori genetici, biologici, psicologici e ambientali. Entrano in gioco sia componenti legate a ereditarietà e neurobiologia, che esperienze precoci di vita, ambiente sociale e fattori psicologici che concorrono a formare strategie di coping più o meno funzionali.

LA FRAGILITA’: UN ASPETTO ESSENZIALE DELLA CONDIZIONE UMANA.

La fragilità, d'altro canto, rappresenta la nostra vulnerabilità, la parte di noi che è suscettibile al dolore, alla paura e all'incertezza. Riconoscere la nostra fragilità non significa arrendersi alla debolezza, ma accettare che essa è una componente naturale dell'essere umano. La fragilità ci rende empatici, capaci di compassione e connessi con gli altri a un livello più profondo.

Mi pare, quindi, che una riflessione approfondita su questi aspetti sia essenziale per rispondere alle richieste delle persone che vogliono sentirsi meno vulnerabili: le persone forti riconoscono le proprie fragilità, ma non se ne vergognano; non le rinnegano, ma le affrontano.
“Sono troppo sensibile”, “sono troppo buono”, “sono troppo generoso”... Molto spesso le persone si descrivono con qualità che potremmo considerare positive, ma che essi considerano cause del proprio malessere.
Il primo passo è prendere coscienza di come le persone si percepiscono, di quali caratteristiche personali considerano funzionali e disfunzionali e perché. Per fare ciò non possiamo non tenere conto della cultura in cui - volenti o nolenti - siamo immersi e dell’educazione che abbiamo ricevuto.

La sensibilità - per esempio - è spesso percepita come un difetto in una società che valorizza la durezza e l'invulnerabilità. Essa è spesso associata ad una percezione di debolezza: le persone sensibili si considerano spesso fragili o emotivamente instabili, incapaci di gestire lo stress e le situazioni difficili; la sensibilità può portare a reazioni emotive intense o ad un maggiore bisogno di protezione.
Non ci dilungheremo in questa sede ad approfondire il perché questa caratteristica può essere una risorsa importantissima e molto utile nelle relazioni umane. Il punto è che lo diventa quando si trasforma in “competenza”, una capacità che diventa funzionale per il benessere della persona e modulata nelle diverse situazioni della vita quotidiana.
E’ attraverso un lavoro su sé stessi che si basa su questi presupposti che si può rispondere alla domanda delle persone da cui siamo partiti.

Nel panorama della psicologia moderna, la resilienza e la fragilità sono due concetti che, pur apparendo antitetici, coesistono in un delicato equilibrio che definisce l'essenza della nostra esperienza umana. Comprendere come questi due aspetti interagiscono e influenzano il nostro benessere psicologico è fondamentale per sviluppare una vita equilibrata e appagante.
Una resilienza eccessiva, priva di consapevolezza della propria fragilità, può portarci a diventare insensibili, disconnessi dalle nostre emozioni e dalle esigenze degli altri. Al contrario, una fragilità senza resilienza può farci sentire sopraffatti, incapaci di affrontare le difficoltà quotidiane.

CONCLUSIONE.

La resilienza e la fragilità non sono opposti, ma piuttosto due facce della stessa medaglia. Imparare a bilanciare questi due aspetti della nostra vita ci consente di affrontare le sfide con forza e grazia, mantenendo al contempo la nostra umanità e connessione con gli altri. In questo equilibrio dinamico risiede la chiave per un benessere psicologico duraturo e autentico.


Dott.ssa Susanne Beyer